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Liam Wong ha iniziato a fotografare usando il suo telefono, da autodidatta, catturando momenti mentre viaggiava. Quasi una star nel mondo di Instagram, Liam Wong, con i suoi 110.000 followers ha un visione alla Blade Runner, di Ridley Scott, delle nostre vite quotidiane nelle grandi metropoli. In questo servizio fotografico troviamo le luci al neon, la notte con le sue ombre e una città orientale,Tokyo. La bellezza e il buio della notte è reso più vivo ed intenso grazie ai riflessi delle luci al neon che rendono l’oscurità ancora più segreta e affascinante. 

Per questo progetto Liam Wong racconta di essere uscito in strada mentre pioveva nella notte di Tokyo e di essere rimasto affascinato da come la città sembrasse prendere vita. Allora ha deciso di iniziare a scattare foto e questo è il risultato.

L’artista americana Carole Feuerman, è considerata uno dei più importanti scultori iperrealisti del mondo. Insieme a Duane Hanson e John De Andrea, hanno dato vita al movimento iperrealista dalla fine degli anni settanta. Meticolosamente precisa fin nei minimi particolari, gocce di sudore comprese, l’artista americana ha creato un viaggio di crescita personale che l’ha resa unica e riconoscibile. 

Combinando materiali, colori e suoni riesce a dare alle sue sculture sempre un’energia vitale che le fa appunto sembrare più vere del vero. Famosa nel mondo per i suoi nuotatori di nome Forza, Sopravvivenza e Equilibrio, che riflettono il suo fascino per la forma femminile e i temi ricorrenti dell’acqua e del nuoto. Il desiderio più grande di fronte a queste opere è quello di avvicinarsi al massimo per toccare quelle gocce d’acqua, così vere che …

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© ALL IMAGES CAROLEFEUERMAN.COM

Un mondo sommerso e solitario fatto di rovine, riferimenti ad icone pop, vecchi marchi di prodotti di tendenza, loghi aziendali, carcasse di automobili, dinosauri e un’astronauta solitario. L’ultimo uomo sulla Terra? o uno sguardo disincantato sul mondo effimero in cui viviamo oggi filtrato dalla presenza dell’astronauta? Tra ironia e denuncia sociale del nostro presente consumistico e futile, Scott Listfield ci fa riflettere e ci incanta con paesaggi alla Stanley Kubrick e al suo 2001: Odissea nello spazio.

Una rivista immaginaria invita artisti da tutto il mondo, illustratori e amanti del disegno a creare nuove copertine per il Tokyoiter, omaggio giapponese al The New Yorker e The Parisianer. Un requisito c’è ed è quello di risiedere a Tokyo o almeno di conoscere molto bene la città così da illustrarla al meglio. Questo progetto divertente e affascinante è stato creato dall’illustratore inglese Andrew Joyce, dall’art director francese David Robert e dall’illustratore e direttore creativo giapponese Tatsushi Eto

“Celebrare l’amore e la passione per la città e trasmettere la vivacità del vivere quotidiano attraverso tradizione e modernità”

Con queste parole David Robert spiega il senso  dell’intero progetto che sta appassionando gli illustratori che vi partecipano ma anche chi segue semplicemente ogni uscita delle cover come se fosse un’uscita editoriale vera e propria. Per rimanere aggiornato segui thetokyoiter.com.

Brutal East è l’omaggio di uno studio di design creativo, Zupagrafika, al funzionalismo e al brutalismo delle architetture sociali e politiche dell’Europa dell’Est. Ormai specializzati in questi kit che ripropongono carta-modelli di alcune delle architetture più rappresentative di vari movimenti modernisti e non della storia dell’architettura mondiale. Lo studio, fondato da David Navarro e Martyna Sobecka, ha già realizzato altre serie tutte molto interessanti e da collezionare: Brutal LondonBlokoska e Paris Brut

Il kit si presenta sotto forma di sette modelli di carta illustrati che celebrano, in questa serie, l’architettura post-bellica dell’Europa centrale e orientale. Stampati su carta e cartone riciclati sono pienamente eco-friendly e acquistabili online. Il kit è provvisto per ogni edificio di una nota che racconta chi lo ha realizzato, la funzione sociale o politica, l’anno di costruzione e la posizione esatta dell’edificio.

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© all images zupagraphica

Filip Hodas, artista digitale, ha creato cartoline da un mondo distopico in cui le icone del mondo pop o social appaiono abbandonate in mezzo ai campi, in disuso. Fuori dal loro contesto originale, alcuni personaggi appaiono sconsolati mentre altri acquisiscono una parvenza di terrificante normalità. Utilizza diverse tecniche digitali creando, attraverso l’uso di software differenti, una visione magica e distorta di un mondo che in apparenza credevamo di conoscere.

Colori tenui, linee sinuose e una gamma di tonalità accompagnano le illustrazioni di Jeff Östberg. I colori della luce fredda dei paesaggi svedesi, da dove viene questo illustratore, sono presenti in tutte le sue opere che lo fanno apprezzare per il gusto e la delicatezza dei suoi disegni. Sue molte copertine di riviste e magazine come il New Yorker Magazine e le collaborazioni con Airbnb e Bloomsberg. Rappresentazioni semplici ma di grande impatto visivo.

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© all images jeffosberg.se

Alla ricerca di luoghi abbandonati, cimeli del passato, ville, magazzini, industrie, luoghi di produzione un tempo oggi semplici ruderi lasciati a marcire nella natura. Il fotografo francese Sylvain Margaine ha realizzato uno stupefacente libro, edito da Edizioni Jonglez, in cui ha raccolto i migliori scatti realizzati per la serie Abandoned France. Tra gli altoforni Uckange dismessi in Lorena, in un castello dimenticato nella periferia di Parigi, dentro un sanatorio tra le Alpi e dentro moltissimi edifici abbandonati l’occhio critico ma affascinato di questo fotografo ci regala emozioni, colori e umori. Una serie riflessione sul tempo che scorre e sul nostro essere su questo pianeta.

 

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© all images forbidden places.net

Counter-Print Packaging: una selezione dei migliori lavori, una moderna esplorazione del design del packaging. Questo libro raccoglie i migliori progetti realizzati da agenzie e freelancer, suddividendoli in sezioni come: cibo, bevande, cosmetici, moda e casa. L’obiettivo è quello di capire attraverso il design del packaging e il tipo di comunicazione scelta la vera efficacia di vendita di un prodotto. Trovare e sottolineare il messaggio pubblicitario, capendo se la confezione è in funzione del contenuto o del logo che dovrebbe rappresentare. Realizzato dai fondatori di Counter-Print, Céline Leterme e Jon Dowling, questo libro, a detta loro, è un compendio parziale nel mare della comunicazione moderna.

© photo Zhang Mickey / Unsplash

Twitter, Facebook, blog, email, instagram, youtube … questo è il nostro mondo. Come professionisti o semplici fruitori delle nuove tecnologie siamo sempre connessi in un ciclo costante di informazioni, rimandi, collegamenti che vanno a caricare di sovrastrutture il nostro cervello e le sue sinapsi.

Secondo alcuni neuroscienziati il nostro essere sempre connessi, essere multitasking, passare rapidamente da un lavoro ad un altro non fa altro che indebolire la nostra soglia di attenzione e ci lega ad un bisogno, non reale, di essere costantemente apprezzati dagli altri, da questo  il fenomeno dei like su Facebook, dei selfie all’infinito e così via.

Bisogna rallentare e prenderci del tempo. Magari spegnere il monitor del computer, ricominciare a prendere in mano un libro e leggere, ascoltare la radio comodamente seduti su un sofà, uscire all’aria aperta a camminare, provare a meditare. Insomma bisogna ricominciare a vivere per essere meno connessi e forse più felici.

© photo Kevin Grieve / Unsplash

La carta, i collage, le forme assurde e fantastiche, i castelli, i draghi. Tutte queste immagini sembrano ricordo della nostra infanzia lontana, ma nella realtà questo è il mondo fantasmagorico di Zim & Zou. Lucie Thomas e Thibault Zimmermann, loro, artisti francesi, sono il magico duo che nel loro ultimo progetto, una vetrina  per un negozio Hermès a Dubai, è riuscito a ricreare queste installazioni fantasmagoriche di carta. Ispirati dal folclore del luogo e ispirati da paesaggi naturalistici hanno ricreato un microcosmo di casette, alberi, funghi giganti che da vita ad un ideale paese delle meraviglie. L’opera e l’installazione nelle vetrine del grande marchio è stata un successo. Forest Folks, questo è il nome del moderno paese delle meraviglie della piccola Alice che volle inseguire il bianconiglio …

Dal 2011, sul profilo personale di Facebook, il designer giapponese Tatsuya Tanaka ci regala giorno dopo giorno la visione del suo mondo in miniatura. Scene di vita quotidiane così semplici e banali che strappano sempre un sorriso quando le si vedono attraverso l’occhio del designer giapponese. Perché il suo sguardo sembra essere quello di quando da piccoli ci si inventava un gioco anche con un semplice fiammifero, immaginandolo come un lampione sulla strada, e attorno a questo si creavano storie straordinarie.

La semplicità e l’inventiva del giovane giapponese hanno dato vita ad un caleidoscopio incredibile di situazioni bizzarre, fantastiche, divertenti. Un fascio d’insalata è una foresta in cui far addentrare piccoli escursionisti in gita; oppure un insieme di persone che fanno lo snowboard su un rotolo di carta igienica; uno stecco di legno di un gelato è l’improvvisato trampolino per un tuffo in piscina; una piccola altalena in miniatura attaccata ad una cima di un broccolo ci porta immediatamente ai giorni d’infanzia felici.

Il tutto raccolto in un calendario, il Miniature Calendar, che racchiude tutte queste fantastiche creazioni e che ogni anno è seguitissimo online ed è campione di vendita.

Non è il solito portfolio di immagini di gatti teneri o in posizioni bizzarre. Questo è un vero reportage sull’individualità e la personalità di questo animale, quasi domestico. Il fotografo olandese Marcel Heijnen, pubblica un nuovo libro che si chiama Hong Kong Market Cats, il sequel di una fortunata serie di scatti già realizzati in occasione dell’uscita del libro Hong Kong Shop Cats. Rispetto ai precedenti scatti fotografici qui ritroviamo i nostri amici felini in ambientazione più povere, un pò più oscuri tra scatole, casse, muri sudici, pallet … ma sempre a loro agio con l’essere umano, che li accoglie e li cura anche in questi contesti.

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© all images marcelheijnen.com & chinesewhiskers.com

Il successo nel design grafico non è dato dai migliori software, le migliori attrezzature ma si tratta solo di avere le idee migliori, interpretarle e realizzare i prodotti più interessanti e innovativi. Il miglior strumento è il nostro cervello e il mezzo necessario è quasi sempre un foglio di carta e una matita con cui iniziare a sviluppare idee e progettualità. Ma per essere creativi bisogna essere anche molto curiosi del mondo che evolve e per fare questo abbiamo bisogno (non è assolutamente vero … ma ci piace tanto) avere l’ultimo gadget del momento. Qui alcuni di quelli che ci hanno intrigato di più, in questa prima parte dell’anno 2018.

Google Daydream View | Nessuno sa ancora quale sarà il futuro della realtà virtuale, ma essa sarà presente nelle nostre vite in modi ancora non definiti. Per avere un assaggio di quello che potremmo fare perchè non provare il nuovo visore Google Daydream View. Scopri di più

Palette | No, questo non può mancare sulle scrivanie di fotografi, illustratori e montatori video. Palette, è un insieme di manopole, cursori che ci aiuta nella routine quotidiana lavorativa facilitando le tipiche lavorazioni dei principali software professionali. Da non perdere! Scopri di più.

Foldio | Per piccole produzioni fotografiche in movimento questo kit portatile riesce a ricreare la magia in studio degli scatti migliori. In giro per il mondo comodamente nello zaino. Scopri di più.

The Cube | Piccolo proiettore che trasforma qualsiasi schermo in un’esperienza cinematografica. Indispensabile per presentazioni professionali in giro per il mondo. Scopri di più.

Wacaco MiniEspresso | Al caffè non si può mai rinunciare in fase di creatività. Quindi questo piccolo gadget intelligente è fondamentalmente una macchina per caffè espresso che puoi portare con te. Alimentata a mano, con una tazza incorporata e all’interno un piccolo pistone che serve al processo di distillazione caffè. Non è per i puristi del caffè, ma è per i “drogati del caffè” a tutti i costi. Scopri di più.

Una visione, un’idea, una progettazione totalmente realizzata al computer e basata sugli effetti speciali della CGI di cui è un grande fan. Tutto questo è Northern Wisps, il progetto di Bartosz Domiczek, architetto polacco a capo dello studio arch-viz, specializzato nel marketing dell’architettura contemporanea. Questo progetto è stato nominato ai Premi CG 2018, grazie alla sua bellezza e la sua complicata semplicità. Il concorso prevedeva di inserire in un luogo a scelta la propria opera, in questo caso un elemento prefabbricato, anche se ancestralmente molto bello, come questo monolito bianco. L’ambientazione scelta è l’Islanda, a Thormörk. Bartosz ha inserito in un ambiente reale i suoi monoliti, tra colline brulle e aree boscose.

“Le mie capanne vogliono essere un mix tra le atmosfere di una vecchia casa costruita attorno ad un camino e l’idea di divinità nordiche che ci osservano dai costoni delle montagne”.

Il risultato è spettacolare e tocca le corde più sensibili di ognuno di noi. Questo è un work in progress. Se volete tenervi aggiornati e/o sapere di più seguitelo su bartosz-domiczek.com, il sito da dove sono state prese queste immagini frutto di un lavoro intenso e geniale.

Trash è una serie di illustrazioni con grafica 3d e colori divertenti dell’illustratore spagnolo Antonio Hitos. Analizza i nostri rifiuti e di come li abbandoniamo ovunque senza pensare all’ambiente, inteso come il pianeta in cui viviamo. Uno sguardo divertente ma serio sul problema dei rifiuti che non riusciamo o non vogliamo recuperare nella società moderna.

La caducità del tempo e degli affetti personali. Questo è il tema alla base di Engineering temporality, opera -installazione dell’artista-designer Tuomas Markunpoika. Questa serie di oggetti è ispirata al ricordo della nonna, affetta dal morbo di Alzheimer. Ha voluto ricreare il disagio e la temporalità dei ricordi che svaniscono in una persona affetta da questa malattia. Il progetto prevede di saldare ad un oggetto di legno un insieme di piccoli anelli in acciaio quasi a ricrearne il ricordo, in un gioco di rimandi tra finito e non finito.

L’oggetto così creato verrà bruciato quasi a ripercorrere la perdita dei ricordi e delle conoscenze di una persona affetta dal morbo. Struggente e poetico.

Un mondo abitato da teneri pupazzi, gioiosi e un pò maldestri, è quello inventato da Anna Mantzaris, regista e animatrice svedese. La magia inizia creando un’armatura a filo, una specie di scheletro, su cui montare della schiuma, tipo quella presente nei nostri materassi. Da questa base si passa a scolpire la forma vera e propria del pupazzo e lo si ricopre di feltro, con cui si creano anche tutti i vestiti che lo rivestono. Un lavoro laborioso che impiega almeno due settimane per la preparazione del singolo soggetto. Ovviamente più la complessità dei tratti e le movenze da realizzare sono complicati, più il tempo della realizzazione si allunga.

“Un processo speciale in cui oltre a realizzare ogni singolo pupazzo, devi anche creare oggetti e scenografie in cui girare le diverse scene del film. E per ultimo sei anche il regista che girerà le scene. Il tutto è un processo lungo ma immensamente divertente”.

Anna ha lavorato in tanti short pubblicitari e ultimamente, come animatrice, al fianco di Wes Anderson nel suo L’isola dei CaniPuoi scoprire di più sui pupazzi di Anna e i suoi lavori visitando il suo sito

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